Il coraggio di sbagliare

Sbagliare è naturale, ma ammettere (almeno con sè stessi) di averlo fatto e porvi rimedio nonostante il fastidio è un atto di coraggio.

Chiedere scusa, è un atto di gentilezza ed empatia.

Tuttavia, sempre meglio agire e sbagliare che non fare nulla. Con gli errori si impara, con i successi si rinforza la propria autostima, ma con l’inazione spesso non si ottiene nulla (anche se a volte è la scelta migliore).

 

Consigli sull’organizzazione

In uno dei vari blog che seguo, ho scovato un bell’articolo che tenta di sfatare 7 miti sul diventare organizzati ed ho deciso di riproporne un’elaborazione in chiave positiva (dicendo “è così” invece di “NON è così”, dal punto di vista psicologico secondo me è la cosa migliore).

Il messaggio principale dell’articolo è essenzialmente questo: nonostante tutto l’interesse, l’entusiasmo e la miriade di strumenti e sistemi di organizzazione che si possono trovare e implementare, la cosa più importante che occorre fare è cambiare il proprio modo di pensare. Senza l’atteggiamento giusto, qualsiasi strumento e sistema di organizzazione è destinato a fallire ed essere quindi abbandonato.

1. L’organizzazione è prima di tutto un’abitudine

Una nuova app sul tuo smartphone, un nuovo sito, un nuovo blocco note non possono renderti organizzato tanto quanto l’avere un martello non può fare di te un carpentiere. L’essere organizzati è prima di tutto un’abitudine, un processo.

2. Essere organizzati è semplice ma non facile

Qualsiasi sistema di organizzazione può essere ridotto a due passi base:

  1. Stabilire un posto logico per ogni cosa.
  2. Ogni cosa al suo posto, sempre.

La maggior parte dei sistemi di organizzazione si focalizzano sul primo passo ma molto spesso è sul secondo che si “cade”. E qui ritorniamo al fatto che l’organizzazione è un’abitudine che occorre acquisire, ed il modo migliore di farlo è esercitarla con assiduità per un certo periodo di tempo (si, più di una settimana. Probabilmente ce ne vogliono minimo 4).

3. Il sistema migliore è quello che usi con assiduità

Tra la miriade di sistemi di organizzazione che ci sono (GTD, DIT, AF, SF, etc etc), come scegliere quello migliore? La risposta è che non ce n’è uno migliore, ma ce n’è uno più adatto a te. Infatti, il sistema di organizzazione migliore per te è quello che:

  • Ti è utile (ovvero che, per i tuoi scopi, funziona).
  • Ti permette di poterlo utilizzare con costanza (perchè, di nuovo, l’organizzazione è un’abitudine).

In questo caso bisogna essere pragmatici e procurarsi un sistema di questo tipo. Non aver paura di modificare e personalizzare sistemi preesistenti (non prima di averli provati per un pò di tempo così come sono però!). Inoltre, il tuo sistema di organizzazione potrebbe non esistere ancora e potresti essere costretto a inventartelo. Non aver paura a farlo, e condividilo con me 😉

4. Piccoli passi, un passo alla volta

Quando di si tratta di apprendere nuove abitudini e specialmente quando si tenta di sostituire una cattiva abitudine con una migliore, è importante procedere per piccoli passi e con costanza. Specialmente se sei un disordinato cronico, comincia col mettere ordine ad un’area della tua vita e mantieni il tuo sistema semplice. A complicarlo e arricchirlo c’è sempre tempo.

Procedendo in questo modo non correrai il rischio di essere soverchiato dall’entità dello sforzo e sarà molto meno probabile che mollerai tutto per lo scoraggiamento.

5. Adatta il sistema a te ed alla tua vita

La vita richiede di essere flessibili, di adattarsi continuamente al contesto per poter “sopravvivere” senza venirne schiacciati. Le eccezioni ci saranno sempre, non aver paura di piegare le regole di tanto in tanto. Non aver paura di modificare e adattare il tuo sistema di organizzazione: è il sistema che deve adattarsi a te, non viceversa.

Prendi il tuo approccio all’organizzazione come un esperimento scientifico, sii flessibile, sperimenta e adatta il sistema. La realtà e quindi la tua vita sono qualcosa di mutevole, dinamico, e per rispondere e adattarti a questo contesto devi essere flessibile.

6. Essere organizzati è uno stile di vita

Ormai dovrebbe essere chiaro che non avrai mai “finito” con l’essere organizzato, sarà sempre necessario un certo livello di adattamento, perciò è molto importante che un sistema di organizzazione sia sostenibile.

Quando valuti un approccio o uno strumento in questo senso, domandati sempre e risponditi con onestà:

  • Riuscirò davvero a farlo/usarlo con costanza?
  • Sono disposto a mantenere questo sistema, settimana dopo settimana?
  • Anche quando sono stressato, stanco o di fretta?

Queste domande sono molto utili se usate correttamente…

7. Ogni giorno, senza rimandare

Ogni cosa al suo posto, subito (o mettila da parte e sistemala più tardi in un momento prestabilito almeno una volta al giorno). Un errore comune è sopravvalutare il te stesso di domani e pensare che sarà un problema suo… ma non funziona così, purtroppo il tuo “io” di domani sarà uguale a quello di oggi e ugualmente propenso a procrastinare.

Alle persone organizzate non piace l’attività di “mettere via le cose”, piace invece la sensazione di pace e la libertà della mente quando ogni cosa è al suo posto.

Conosci ed evita di essere preso in giro

E’ importante guardarsi attorno e usare la ragione, la logica ed il metodo scietifico per cercare la Verità, evitare di essere presi in giro e di cadere preda delle tante trappole con consapevolmente o meno gli altri ci tendono. E che, peggio, ci tendiamo noi stessi.

Tra i tanti aspetti delle variegate società e culture del passato, ce n’è uno che purtroppo è andato perso che consiste nello studio della retorica e della dialettica. Una buona capacità di usare il raziocinio e di retorica ha tra gli altri degli importanti vantaggi:

  1. Ti permette di analizzare le tue argomentazioni e trovarne eventuali falle.
  2. Ti permette di organizzare i tuoi pensieri ed esprimerli nel modo più efficace e persuasivo possibile
  3. Ti mette in grado di analizzare le argomentazioni altrui e evitare di cadere in tranelli dialettici e logici che gli altri, inconsapevolmente o meno, ci mettono davanti.
  4. Ti permette di riconoscere quando delle obiezioni alle tue ragioni non sono valide e di argomentarlo.

Si, tutto questo è molto bello. Ma io non ho nè tempo nè voglia di studiare polverosi trattati di retorica in greco o latino!

Siamo sulla stessa lunghezza d’onda 🙂 Fortunatamente questo non è necessario per ottenere un pò di dimestichezza con questi argomenti ed evitare di essere presi per i fondelli o di cader preda di ragionamenti fallaci.

Fallacie logiche

Un aspetto della questione dal quale puoi trarre subito gran beneficio è lo studio delle svariate fallacie. In breve una fallacia è un errore di ragionamento. Sfortunatamente ce ne sono di molti tipi ed è molto facile cadervi. Il brutto poi, è che argomentazioni fallaci ad un primo sguardo sembrano corrette e rigorose mentre ad uno sguardo più attento si rivelano errate. Conoscendo queste fallacie comincerai a notarle spesso nelle discussioni e avrai modo di aggiungere un pò di rigore e logica alle stesse. Senza contare che sarà più difficile prenderti in giro 🙂

Colgo l’occasione della pubblicazione di un bellissimo sito in proposito (in lingua inglese): yourlogicalfallacyis.com per scrivere una serie di post su alcune delle fallacie logichepiù comuni e più diffuse. Queste fallacie hanno molti nomi, alcuni dei quali in latino, ma in questo caso saranno in inglese con relativa traduzione. Saranno essenzialmente delle traduzioni delle voci del suddetto sito con eventualmente qualche commento aggiuntivo. Se vuoi approfondire, vedi ad esempio questo sito. Cominciamo!

Strawmen (uomo di paglia)

Questa fallacia consiste nel fraitendere un’argomentazione per poterne attaccare più facilmente una versione esagerata, travisata o semplicemente diversa e far apparire il proprio ragionamento come valido o ragionevole.

Esempio:

Will: “dovremmo spendere più soldi per la salute pubblica e l’educazione”. Warren: “sono sorpreso che odi così tanto il nostro paese da volerlo lasciare senza difese tagliando le spese militari!”

Update

Altro esempio, ispirato da uno scambio di battute reale tra un paio di personaggi pubblici i cui nomi in questa sede non sono importati.

  • Alfredo: Gli animali non vanno maltrattati! E’ una barbarie!
  • Luisa: Le persone non hanno meno diritti degli animali! Il tuo è un ragionamento retrogrado e strumentale.

Essere controversi: essere amati

Non potrai mai piacere a tutti. Il massimo possibile è essere anonimo ed essere ignorato da tutti. Poniti come piccolo traguardo quello di essere controverso. Esprimiti liberamente, senza paura, portando allo scoperto quello che sei. Ci saranno delle persone a cui non andrai a genio certo, ma allo stesso modo scoprirai che ce ne sono altre che ti adorano per ciò che sei.

Sei una persona, non un pupazzo! Definisci, sii consapevole dei tuoi valori, confini personali e regole di condotta. Rispettale e falle rispettare. La gente a volte non sarà d’accordo, ma in genere si tende a portare più rispetto a chi ha il coraggio di sostenere ciò in cui crede piuttosto che a un “invertebrato” che annuisce sempre (per paura o per calcolo).

Se hai il coraggio di mostrarti al mondo, tenderai naturalmente a gravitare attorno a persone simili con cui ti trovi bene. Il che, penso, sia già un motivo sufficiente: poter avere relazioni significative senza doverti reprimere e adattare annullandoti lungo la strada.

Inoltre, cercare di cambiare un’altra persona è una perdita di tempo. Puoi solo darle una mano se è lei a chiedertelo o comunque ha intenzione di migliorarsi. Il più delle volte non è così. Passa oltre, e cerca la compagnia di altre più meritevoli o comunque diverse. Non devi soffrire per forza, tu puoi scegliere.

Ma non avere paura o rimproverarti: cadere si può, e si deve se si vuole crescere. L’importante è rialzarsi più forti e migliori di prima.

Una carrellata di concetti diversi, buttati giù di getto. Ma importanti penso.

La ricerca dell’anima gemella

Ricordati: una relazione tra due persone comporta un’interazione tra… DUE persone. Due essere umani complessi con una personalità, gusti e scala di valori propri.

E’ normale, se si è single, sentire il bisogno/voglia di trovare qualcuno con cui condividere sè stessi e con cui scambiarsi amore nel senso più ampio del termine. Ma ci sono due requisiti imprescindibili perchè una relazione possa esserci e sia soddisfacente:

  1. L’altra persona ti deve piacere
  2. Tu devi piacere all’altra persona

Purtroppo non sempre questi requisiti ci sono entrambi. A volte tu piaci ad un’altra persona ma questa non ti interessa, altre te ne piace una ma sei tu a non interessarle. Ma di tanto in tanto, succede che incontri qualcuno che ti piace e a cui piaci. C’è armonia, “feeling”, vi sentite come se vi conosceste da una vita, potreste andare avanti a parlare per ore. Ti piace tutto di questa persona e ogni volta che ne sei distante ti scopri a desiderare che sia presente. Un dolce incantesimo, non c’è dubbio.

Ma non sempre succede. Ad esempio potresti anche conoscere una ragazza che ti ipnotizza e che desideri con tutto te stesso. Una ragazza che stimi e conoscendola capisci che si tratta di una persona fantastica… se non fosse che ha gusti completamenti diversi e, tristemente, non sei il suo tipo. Magari anche lei ti trova una grande persona ma… non pensa a te come ad un’amante. Non cercare di farle cambiare idea, per quanto difficile passa oltre. Con lei non ci potrà essere altro che una bellissima amicizia. Non perdere tempo.

E poi, c’è la condizione peggiore: la/il ex che continui segretamente a desiderare nonostante tutto. Smettila. Vedi, una persona non è qualcosa di statico. Piuttosto (si spera) con l’andare del tempo cresce e matura. E la persona di cui ti eri innamorato e con cui una volta stavi tanto bene potrebbe intraprendere una strada diversa dalla tua. Fatti un favore: smettila di vivere nel passato e guarda avanti. Non aspettarla, non coltivare pensieri di riavvicinamento (se non di amicizia). E’ proprio vero, te lo posso testimoniare:

La minestra riscaldata non è buona…

Meglio soli che male accompagnati.

Sono convinto che per ognuno di noi non esista una sola ma tante persone con cui staremmo bene. Non stancarti di cercare e tirati fuori dalle sabbie mobili prima che sia troppo tardi. Meglio ci riesci e più vicina sarà la tua “anima gemella”.

Ci sarebbe ancora tanto altro da dire, ma lo farò in altre occasioni forse. Non desidero certo fare di tutta l’erba un fascio, ci sono innumerevoli sfumature di mezzo e dovresti sempre considerare con attenzione la tua situazione. Ma tieni sempre a mente i pro e i contro: se per instaurare e mantenere uno straccio di relazione devi faticare come un mulo ed alla fine ci stai anche male, forse non ne vale la pena…

Sii come l’acqua, scorri, adattati e vivi la vita come viene. Accogli i doni che ricevi senza attaccartici e accetta quello che sei e la tua vita. Solo allora sarai libero di essere ed esprimerti. Tutto arriva a chi sa aspettare e a volte, paradossalmente, l’unico modo per ottenere qualcosa è non desiderarlo.

Verità

La verità è tutta intorno a te. E’ nell’aria che respiri, nel cibo che mangi, nelle persone che incontri. Sta nel sole che ti illumina il cammino, nella pioggia che ti bagna la pelle. Sta nell’amore dei tuoi genitori, nel cuore straziato che ti ha lasciato una persona amata anni fa, nel sorriso dei tuoi figli. Sta anche nell’auto che ha travolto tuo zio ed in quella che ti ha accompagnato all’altare da tua moglie o marito. La verità è dovunque, ti circonda in ogni momento della tua vita. La domanda è: tu sei pronto per vederla?

La maggior parte delle persone vive la maggior parte del tempo in un’allucinazione, una “realtà” filtrata dalle proprie convinzioni, paure e aspirazioni. Solo di tanto in tanto, magicamente, per qualche evento particolare che ci accade, riusciamo a dare una sbirciata oltre il velo e a cogliere un frammento di questa verità.

Probabilmente è anche una forma di auto-protezione che mettiamo inconsciamente in atto per proteggere il castello di carte delle nostre “certezze” così faticosamente costruito. A volte, vedere e accogliere la realtà significa ammettere degli sbagli e riconoscere dei difetti in noi, e questo manco a dirlo non è facile. Ma questa protezione, che prezzo ha? Quello di non farci vedere le cose per quello che sono e di farci compiere degli sbagli che avremmo potuto evitare facilmente se solo avessimo avuto il coraggio e la volotà di ammettere la verità con noi stessi.

A volte, la testa deve vincere sul cuore.

Lo facciamo tutti, non dovresti sentirti in colpa per questo. Solo ricorda, di tanto in tanto, di tirare fuori la testa dalla sabbia e guardarti attorno con umiltà e coraggio.

I veri illuminati sono quelli che hanno affrontato la realtà, hanno scostato il velo e ora camminano a testa alta, guardando la Realtà negli occhi.

Internet è la nuova TV

Una cosa di cui mi sono accorto, una trappola in cui molti cascano (lo so perchè ci sono caduto dentro anche io, e con entrambi i piedi) è quella di entrare nel ruolo esclusivo di consumatori.

Mi spiego meglio: ricordi quando eri bambino? Probabilmente, come me e molti altri, i tuoi genitori ti avranno rotto parecchio le scatole perchè passavi le giornate davanti alla TV a guardare passivamente i programmi. “Esci un pò all’aria aperta” ti dicevano. E avevano ragione naturalmente. Ma ora abbiamo internet! Non si tratta solo più di consumare, ma puoi tu stesso produrre qualcosa e condividerlo con tutto il mondo! Non è più un mezzo di comunicazione read-only come la televisione, è read-write!

Più o meno… sicuramente in linea di principio tutto questo è vero, ma lo schema che vedo praticamente sempre è questo: persone che essenzialmente passano il proprio tempo a “navigare”, al massimo scrivendo qualche commento su facebook o qualche tweet. La stragrande maggioranza di utenti di internet sono dei consumatori che passano il loro tempo online a “scorrere” articoli e guardare foto o video. Internet è diventata la nuova televisione.

Quando mi sono reso conto di questo, sono stato un pò colto dal panico e dall’amarezza ripensando a quanto tempo io e tanti altri buttiamo via senza ricavarne praticamente nulla. Evadere di tanto in tanto è necessario e va bene, ma la soddisfazione vera e propria, la realizzazione e l’arricchimento di sè stessi (e degli altri) deriva dal creare, non dal consumare ciecamente e passivamente.

Forse è il caso che limiti un pò la tua navigazione e cominci a dedicare del tempo a esprimerti. Altrimenti rischi di cominciare a convincerti che non hai nulla da dare e, tragicamente, cominceresti a ragionare con la testa di qualcun altro invece che con la tua. Se ti limiti a leggere e non vivi e sperimenti ciò che hai in mente, rischi di sconnetterti gradualmente dalla realtà. Tieni i piedi per terra, fidati di te e delle tue capacità e CREA. Sei vivo anche per questo.

PS: Se sei una persona che passa molto tempo online, prova a pensare a come sarebbe se limitassi un pò questo tempo e ne dedicassi una parte a esprimerti e creare qualcosa… Naturalmente, questo blog sarebbe comunque una buona lettura 😀

La mia personale idea sulle scuse e i giudizi

Questo è un “guest-post” scritto da Giorgia, che ha qualcosa di importate da dire ed ha trovato in questo piccolo angolo di cyberspazio un posto in cui poterlo fare. Le do un caloroso benvenuto e speriamo che questo articolo possa farci riflettere e, perchè no, ispirarci ad agire e dare il meglio senza metterci da soli i bastoni tra le ruote.


Facciamo il doppio della fatica, in genere: una per costruirci una scusa credibile per non fare le cose, e l’altra perchè, se davvero vogliamo, ad un certo punto ci tocca abbatterla. E facciamo un’altra doppia fatica: una per fare le cose, una per valutarle e bocciarle.

E spesso la scusa è nata o perchè non vogliamo che gli altri ci vedano sbagliare o dire una scemenza, o che vedano che non diventiamo quello che da piccoli promettevamo di essere, o che non ci vedano diventare quello che loro vogliono, o perchè non vogliamo ammettere a noi stessi che anche noi possiamo avere delle difficoltà ed essere stanchi. Ebbene, abbiamo il diritto di essere stanchi, ma non quello di essere vigliacchi. E abbiamo il diritto di non dare retta a quello che gli altri vogliono farci fare, a meno che non ci stiano avvertendo che una macchina ci sta per investire o che c’è un verme nell’insalata.

Se hai una buona scusa, non usarla. Non giustificarti con gli altri perchè fai fatica, o hai avuto un fallimento. Non trovare scuse nè con te nè con gli altri.
Pasteur era paralitico, Beethoven era sordo e Tatcherary scriveva satire anche se l’adorata moglie era diventata pazza. Non si sono messi i bastoni fra le ruote da soli, perchè erano troppo impegnati a lavorare.

Metterci i bastoni fra le ruote è il lavoro degli altri, quindi lasciamoglielo fare. Bocciarci all’esame è compito del professore, non nostro, quindi all’esame ci devi andare. Il tuo compito non è darti il voto, ma studiare. Bocciare un manoscritto è compito di una casa editrice, non nostro. Lasciamoglielo fare. Rifiutare un progetto è compito del nostro capo, il tuo compito è proporlo. Se ci mettiamo a pensare così, il nostro carico di lavoro diminuisce, perchè smettiamo di fare anche il lavoro dei nostri giudici.
Questo non significa buttarci a produrre una quantità industriale di lavoro febbrile e a vanvera, o che dobbiamo ottusamente sostenere le nostre ragioni sempre e comunque, ma che una volta che ci siamo dati un obiettivo di qualità arriviamoci e basta.